E’ ormai passata più di una settimana dalla finalissima di Boy League di Cesenatico e il turbinio di emozioni di quei 3 giorni intensi è andato calmandosi trasformando il susseguirsi di immagini e di situazioni in ricordi e consapevolezze.

Il fatto sportivo è ormai risaputo: il Volley Castellana, con l’innesto di 3 ragazzi provenienti da Calzedonia Verona e Povolaro, si è classificato al secondo posto assoluto nella Final Eight di Boy League 2016-17, alle spalle di Progetto Azzurra Volley Alessano e davanti nell’ordine a Lube Civitanova Marche, Diatec Trentino, Bunge CMC Ravenna, Gi Group Monza, Emma Villas Siena e Kemas Lamipel Santa Croce.

Ma a voler essere più precisi, la Final Eight è in realtà stato l’atto conclusivo di un torneo cominciato a dicembre 2016 e che ha visto partecipare, tra le altre, anche squadre come Azimut Modena, Sir Safety Perugia, Kioene Padova, Revivre Milano, Colombo Genova, Volley Prato… insomma… buona parte della pallavolo giovanile che conta in ambito italiano.

Visto il numero e il blasone dei partecipanti, il fatto di vedere i nostri ragazzi in vetta (o quasi) alla classifica finale è una cosa che non si riesce ad inquadrare facilmente.
Se poi consideriamo che molte delle squadre partecipanti sono state costruite per partecipare alla Boy League e si sono allenate specificamente per questo dall’inizio dell’anno, la (piacevole) difficoltà ad inquadrare la situazione aumenta.

E’ chiaro quando si comincia una competizione, tutti dal primo all’ultimo coltivano il sogno inconfessabile di vincerla, ma vista la nostra situazione di partenza se a gennaio qualcuno ci avesse detto che di lì a qualche mese ci saremmo giocati la finalissima, avremmo certamente tutti risposto che alle favole non crediamo più da tempo.

E ci saremmo sbagliati tutti, e di un bel po’.

Quella che all’inizio poteva sembrare una effettivamente favola, ha cominciato a prendere forma definita già nel primo raggruppamento del 19 febbraio al Palacollodi, dove i nostri ragazzi contro ogni aspettativa hanno fatto da subito la voce grossa con il Kioene Padova e il Diatec Trentino. E giusto per far capire che non era stato un caso (o la fortuna, come qualche avversario poco elegantemente ha insinuato) si sono ripetuti anche nei due concentramenti successivi, guadagnandosi l’accesso alla Final Eight.

E quello poteva essere ragionevolmente il risultato di tutto rispetto di cui essere felici, ma nel frattempo si era messo in moto qualcosa di importante nei ragazzi (e in chi li accompagnava) che ha cambiato tutto.
Ad ogni partita tutti hanno cominciato a mettere sempre qualcosa in più, non importa se l’avversario fosse la squadra favoritissima del torneo o quella che magari sulla carta sembrava più abbordabile.

Il capolavoro della semifinale con il Diatec Trentino ne è stato forse il migliore esempio.

E chi se lo dimentica più quel secondo set recuperato con le unghie e con i denti con gli avversari già convinti di averci battuto? E vogliamo parlare del tie break finale, dove non si faceva cadere più un pallone?

Ecco che a quel punto la favola non c’era più…. ma c’era una squadra in finale di Boy League, schierata sul campo a cantare l’inno di Mameli.

Non importa se in finale ha vinto l’Alessano (a cui vanno tutti i nostri complimenti), non importa se sul podio più alto la pioggia di coriandoli tricolori non è piovuta addosso ai nostri ragazzi, sono questioni secondarie.

Quello che i ragazzi hanno fatto va oltre il risultato sportivo (che comunque non è da buttare … siamo pur sempre vice Campioni d’Italia… o no?). Forse non lo hanno ancora ben capito, forse lo stanno lentamente realizzando mano a mano che passano i giorni, forse con la spensieratezza della loro età hanno parcheggiato la questione in un angolino tranquillo del loro cuore per rielaborarla più avanti con calma…

L’unica cosa che conta è che l’hanno fatto davvero: si sono comportati da squadra, nessuno si è tirato indietro e tutti (dentro e fuori dal campo) si sono sentiti parte di una straordinaria avventura. Hanno capito che mettendoci passione, sacrificio, impegno, una discreta dose di testardaggine e un buon giro di allegria si possono raggiungere obiettivi impensabili.

Se lo porteranno dentro come uno dei più bei ricordi della loro carriera, qualsiasi essa possa diventare.
E succederà che, cullati da questo ricordo incredibile, distrattamente cominceranno a fare caso al fatto che la stessa dedizione applicata anche al di fuori della palestra porta esattamente agli stessi risultati.

E allora noi avremo raggiunto lo scopo, e loro avranno vinto lo scudetto più importante.

Grazie mille ragazzi

1 commento

  1. Complimenti a chi ha scritto l’articolo….io credo che in queste righe ci sia l’essenza del valore dello sport e incarna perfettamente il pensiero della Società Volley Castellana .
    Grazie e buona giornata.
    Sergio Meggiolaro

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