C’era un’aria leggera a Gubbio, qualcosa a metà tra il fiabesco e l’austero, con la solennità dei monumenti contrapposta alle tradizioni tipiche medievali che richiamano alla memoria le belle favole di una volta e che forse per 4 giorni ci hanno aiutato a sentirci tutti un po’ più bambini.

Non c’era forse cornice migliore per organizzare le finali nazionali Under14 maschili, alle quali dal 27 al 31 maggio hanno partecipato i nostri ragazzi insieme alle altre 27 migliori squadre d’Italia.

Aspettative? Beh, anche se nessuno aveva il coraggio di ammetterlo, qualche aspettativa c’era … ma di sicuro c’erano molti più dubbi e incognite.

Del resto il passaggio dall’anno scorso a quest’anno è stato più problematico di quanto ci si aspettasse.
L’anno scorso eravamo lo squadrone da battere, che ha vinto quasi tutto e che si è preso il lusso di battere il Padova 3 volte di fila facendo collezione di titoli provinciali, regionali e interregionali.

Quest’anno invece ci si è un po’ persi. Intendiamoci, i nostri ragazzi sono bravi, solo che ogni tanto è sembrato che si dimenticassero di esserlo.
Se lo sono abbastanza dimenticati alla finale di Coppa Veneto e se lo sono completamente dimenticati nelle finali provinciali e regionali.

Ad onor del vero hanno anche avuto dei momenti in cui hanno mostrato di ricordarsi molto bene chi sono e lo hanno messo forte e chiaro in campo.

Ce li ricordiamo i partitoni fatti al torneo di Trento, uno più bello dell’altro?
Chi si dimentica il partitone a Modena contro l’Anderlini (padrone di casa, convinto di vincere il torneo) battuto 2 a 0 senza discussioni?
E non vogliamo parlare del partitone in finale sempre a Modena (perso per soli 2 punti al tie breack) contro il Chiavari campione d’Italia?

E’ chiaro quindi che non stiamo parlando di una squadretta.
Purtroppo però sono state più frequenti le amnesie che i momenti di grazia, e questo ci ha portato a lasciare per strada qualche trofeo che non sarebbe stato male vincere e ci ha portato a qualificarci per le nazionali entrando per la porta di servizio.
Già, perchè a Gubbio ci siamo andati come la seconda squadra del Veneto, e come tale abbiamo dovuto sorbirci una fase eliminatoria supplementare che altre squadre si sono risparmiate.

Con questa situazione alle spalle era quindi ovvio che la nostra partecipazione a Gubbio avesse tante incognite.
C’erano aspettative, ma c’era anche la paura di restare in balia dei nostri fantasmi e tornare a casa subito.

E dal ritornare a casa con le pive nel sacco forse non siamo andati tanto lontani, perchè nella partita decisiva della fase eliminatoria con il Trentino sembrava che l’ennesimo black out collettivo prendesse il sopravvento.
Trovandosi sotto 17-7 nel terzo set (vinto il primo e perso il secondo), più d’uno aveva già cominciato a pensare ad un altro mesto rientro a casa.

E invece no.

E invece qualcosa si è sbloccato. Magari non del tutto, magari non al meglio, ma qualcosa si è smosso.
Un cambio azzeccato, i soliti “nervosi” che per un attimo si sono calmati, lo spauracchio di tornare a casa presto e dover ritornare a scuola, un minimo di amor proprio, la pazienza degli allenatori (santi subito …) che non hanno mai smesso di richiamare la squadra all’ordine … tutto è servito a ribaltare una partita quasi persa e per continuare l’avventura.

E proprio di avventura si è trattato, perchè da lì in avanti ogni partita è stata una battaglia. Malgrado i tanti set in più rispetto agli altri (10 set in 2 giorni, tanto è pesata la fase eliminatoria) si è trovata la pazienza di affrontare ogni partita senza scoraggiarsi troppo per le difficoltà e arrivando a spuntarla dove mai si sarebbe pensato di riuscire.

E alla fine siamo entrati nelle migliori 8 squadre Under 14 d’Italia.

Ammettiamolo, è o non è il traguardo (quello realistico, non quello inconfessabile …) che tutti sognavamo dall’inizio?

E poco conta se nei quarti di finale una sventurata decisione arbitrale ha bloccato l’ennesima incredibile pazzesca rimonta negandoci una semifinale che non avremmo certamente demeritato (si…. ma poi chi avrebbe avuto le gambe per giocare la seminfinale con il Ravenna?).

Quello che conta è che i ragazzi ci hanno creduto fino alla fine, anche sul 24-17 dell’ultimo set per rimontare annullando 6 match ball fino al 24-23 (che sarebbe stato un 24 pari … Azzurra … quella palla non l’ha toccata nessuno …).

Quello che conta è che malgrado tutto i ragazzi hanno fatto vedere di poter giocare alla pari con le migliori squadre d’Italia, le stesse che alla fine si sono giocate lo scudetto.

Quello che conta è che è tornata la memoria … o la consapevolezza, chiamatela come volete. Magari non completamente, ma se le premesse sono queste l’anno prossimo ci sarà ancora da divertirsi.

E poi c’è un’altra cosa che conta, che ha sempre contato e che conterà sempre: questi sono i nostri ragazzi.

Ci hanno fatto soffrire, ci hanno tolto decine di anni di vita per ogni rocambolesca rimonta, ma sono e restano i nostri leoni che a dispetto di tutto hanno raggiunto un risultato grandioso: non si vorrà per caso dire che sesti in Italia sia un risultato da poco?? Lasciamoglielo pensare ai nostri vicini…

Ma la cosa più importante di tutte è che hanno saputo affrontare e digerire le avversità e le amarezze sportive e usarle per aggiungere un tassello in più nella loro crescita personale.

Grazie mille raga. Siete voi il nostro scudetto.

 

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